“Confidenza” di Domenico Starnone racconta l’inadeguatezza di essere se stessi

N.B. L’articolo è stato pubblicato sul portale di comunicazione Booonzo

Il titolo è la chiave del romanzo non perché Starnone alla fine ci svela il misterioso segreto, non è nel suo stile, ma perché ci invoglia a leggere tra le righe le intimità dei pensieri dei personaggi raccontanti nella storia.

Nella parola “confidenza”, infatti, sono racchiuse le relazioni umane che formano la trama: tra Pietro e Teresa, tra Pietro e Nadia, ma soprattutto tra Pietro e se stesso. Tre personaggi che risultano essere vittime, e al tempo stesso carnefici, dei medesimi avvenimenti trovandosi, loro malgrado, legati da un filo rosso che si rivelerà essere fatto di ferro, capace di lacerare la carne al primo passo falso.

«Teresa avanzò con cautela una proposta, disse: facciamo che io ti racconto un mio segreto così orribile che nemmeno tra me e me ho mai provato a raccontarmelo, e tu però me ne devi confidare uno equivalente, qualcosa che se si sapesse ti distruggerebbe per sempre».

Il libro narra la storia di Pietro che in gioventù racconta un segreto scabroso a Teresa, sua ex alunna e donna di cui è innamorato, pur di stare insieme per sempre. Ma, non solo la loro storia d’amore poco dopo naufragherà terribilmente, traballerà anche la nuova vita che Pietro si costruirà.

Nonostante un matrimonio con la collega Nadia, tre figli e una carriera di successo, la confidenza raccontata diversi anni prima a Teresa sarà sempre pronta ad interrompere l’evoluzione di Pietro, a seminare il panico ed a riportarlo indietro nel passato, impedendogli di fare quel passetto nel futuro che sperava.

“Confidenza” racconta, dunque, la storia di un uomo inadeguato a se stesso e alle proprie ambizioni, esasperato dalla sua voglia di essere perfetto, brillante, amato, mai giudicabile, che, in quel piccolo segreto e in quel legame mai sciolto con il suo ex amore, nasconde tutta la sua pochezza e quella parte segreta di sé che fatica ad accettare.

«Così mi ero abituato a un precario equilibrio tra ciò che avrei voluto essere – ineccepibile appunto – e la rassegnazione all’inadeguatezza».

Starnone, come sempre, attraverso una storia apparentemente piccolissima, riesce a raccontare la realtà di tutti noi mostrando, grazie al suo stile unico, asciutto e diretto, tutta la precarietà, le illusioni, le fragilità e le meschinità dell’animo umano.

Leggendo questo libro, è inevitabile non domandarsi quanto sia importante l’idea di noi stessi che diamo agli altri e quanto il pensiero della propria reputazione sia capace di cambiarci, plasmarci nelle decisioni e nelle azioni.

Anche quelle più insignificanti.

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